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 Md-X Rebreathers - Affidabilita' Reb di Marco Valenti

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AutoreMessaggio
Giancarlo Casale
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Giancarlo Casale


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MessaggioTitolo: Md-X Rebreathers - Affidabilita' Reb di Marco Valenti   Md-X Rebreathers - Affidabilita' Reb di Marco Valenti EmptyGio 14 Gen 2010, 16:03

Md-X Rebreathers
Affidabilita' Reb
di
Marco Valenti

Prima di cominciare, è da sottolineare che ogni rebreatherista ha fatto un suo cammino sviluppando le proprie esperienze e considerazioni personali. Poi ci sono questioni oggettive che sono difficilmente a mio avviso contestabile e quindi condivisibili da tutti coloro che partano senza preconcetti di sorta.La scelta di un CCR dovrebbe partire a mio avviso prima di tutto da quello che l'acquirente si aspetta di fare. Ci sono alcune macchine che secondo me poco si sposano con la tranquilla escursione domenicale a pinne. Alcune non consentono un buon trim, la preparzione non è proprio veloce o user freindly e sono più indicate per immersioni specifiche forse estreme.Oltre ai materiali utilizzati quello che oggi differenzia i reb sono i particolari, a volte piccoli, ma che possono essere importanti per principio costruttivo.Per quanto riguarda la mia tipologia ideale considero un reb che abbia sacchi polmoni OTS (on the shoulder quindi su spalle e torace). I motivi sono semplicemente la maggior facilità inspiratoria e respiratoria in genere in tutte le posizioni. A mio parere il test-confronto sullo sforzo respiratorio a secco che alcune case presentano, quindi non idrostatico, é poco attinente alla realtà di immersione. Qualsiasi persona che abbia un minimo di esperienza nota la differenza respiratoria a seconda della posizione che si assume sott'acqua e a seconda della tipologia/posizione dei polmoni. I sacchi OTS, rispetto ai back mounted, consentono di avere tutte le valvole sottocchio, direttamente visibili. Le limitazioni di spazio/minor libertà sul davanti che alcuni imputano a questa tipologia per quanto mi riguarda non hanno mai trovato riscontro. Utlizzo un imbrago dir in maniera totalmente uguale al sistema CA senza alcun problema nel clippaggio dei bail out, testa della torcia o altro. A mio avviso è semplicemente una questione di abitudine. Sono comunque dell'idea che nessuno di noi è fatto fisicamente nella stessa maniera. Quindi per forza di cose ci saranno coloro che si adatteranno meglio di altri. Prprio per questo il concetto assolutistico della standardizzazione che va bene per tutti è a mio parere una forzatura e se si hanno chiari alcuni concetti di ergonomia si capisce facilmente il perché.Un'altra cosa che apprezzo in un reb è quella di avere un'immissione dell'ossigeno distante dai sensori. Sebbene la miscelazione sia in tutti i reb veloce ed efficacie il principio di dare tempo alla mix di miscelarsi senza generare nememno picchi momentanei è a mio avviso apprezzabile. Su alcuni reb oggi si monta il solenoide prima del filtro in maniera tale che tali piccoli picchi siano annullati.Il filtro può essere sia assiale (entrata da una faccia del filtro a cilindro ed uscita dall'altra faccia) che radiale-assiale (il gas entra dalle pareti del cilindro e passa al condotto centrale di quest'ultimo) che radiale a ciambella (utlizzato solo però dall'Ouroboros). A parere di molti e secondo i test effettuati da alcune case il radiale-assiale risulta più efficiente e con uno sforzo inspiratorio inferiore. Sul Meg questo test può essere fatto direttamente dall'utente 'fine'; coloro che sono passati dall'assiale al radiale dicono di averne riscontrato una maggior facilità repiratoria.Un'altra cosa che personalmente apprezzo sono circuitazione e batterie al di fuori dal loop. Questo perché le batterie possono rilasciare come sappiamo gas indesiderati; qualcuno dice che le quantità sono comunque piccole ma io prefersico che siano proprio zero. Inoltre avere una circuitazione esterna/stagna rispetto al loop nel rarissimo caso di allagamento porta a salvare l'elettronica. L'integrità del loop (resistenza all'entrata di acqua) è presoché totale su tutti i reb. A mio parere se un loop si allaga è solo reponsabilità dell'utente che non ha fatto i suoi controlli o che non si è premunito con le eventuali protezioni in condizioni overhead. Tutti i loop hanno doppi o-ring di tenuta e ricordiamoci che non c'è nessuna pressione da contrastare in quanto esterna ed interna sono la medesima. Gli o-ring sono semplicemnte delle barriere all'acqua sottoposti a sollecitazini minime, praticamente nulle rispetto all'o-ring di un primo stadio o del collo della bombola che devono reggere differenziali di pressine notevoli.Altro strumento che oggi trovo indispensabile (comodissimo e che ha aumentato notevolmente l'efficacia del sistema di avvisi in un reb quindi la sicurezza) è l'Head Up Diplay (HUD). L'hud non è altro che un dispositivo da posizionare in prossimità della maschera (solitamente ancorato al currugato e posto nei pressi dell'occhio del sub), composto da uno o più led che segnalano il funzionamento e le anomalie del reb in maniera diretta e semplice con codici colore tipo quelli semaforici (verde rosso e giallo/arancio). Spesso vedono pure l'integrazione di un dispositivo interno di vibrazione che fa letteralmetne vibrare (come nei cellulari) il boccaglio nella bocca del subacqueo rendendo impossibile non accorgersi di un problema.Alcuni utenti vorrebbero avere il famoso sensore della CO2. Personalmente ritengo che non sia indispensabile. Al contrario non concepisco scr passivi o attivi senza sensori per l'ossigeno. Questa è a mio avviso una leggerezza imperdonabile. Il malfunzionamento di un orifizio, una valvola con molle e quant'altro di meccanico può sempre e comunque succedere. Non poterne avere un riscontro non ha senso.Personalmente ho trovato quindi il giusto compromesso tra siscurezza e mie esigenze di utlizzo nell'HammerHead e nelle elettroniche HammerHead in generale. La mia esperienza infatti è cominciato dall'utlizzo di una di queste elettroniche su un Inspiration nel 2005 rimanendo entusiasta. Poi è arrivato il ccr completo che se si osserva bene è spesso l'eliminazione di difetti (piccoli o grandi) di altri rebreather con l'aggiunta di qualche finezza costruttiva.Ma la ricerca e gli affinamenti continuano per la fortuna dei futuri possessori e utenti di queste macchine fantastiche e che mi hanno cambiato il modo di approcciare l'immersione.

Marco Valenti
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MessaggioTitolo: Re: Md-X Rebreathers - Affidabilita' Reb di Marco Valenti   Md-X Rebreathers - Affidabilita' Reb di Marco Valenti EmptyVen 15 Gen 2010, 01:15

Ciao a tutti, grazie a Marco per l'interessante articolo che ho trovato molto "neutrale" e obiettivo (cosa piuttosto rara in questi tempi).
Premetto che non ho molta esperienza con i chiusi ma vorrei, se posso permettermi, esprimere un parere.
Condivido il concetto con cui Marco ha aperto la discussione, ovvero che certi reb poco si sposano con le immersioni ricreative diciamo ... domenicali! Ci sono alcuni tentativi (tipo il poseidon cis-lunar) per poter permettere a chiunque l'uso di queste macchine che però, al momento, non sembrano avere molta fortuna.
Penso, e ve ne chiedo conferma, che la maggior parte dei reb siano progettati anche per effettuare immersioni "tranquille", ma che siano tuttavia dimensionati per permettere soprattutto immersioni "estreme".
Concordo con Marco riguardo alla variazione di lavoro respiratorio in funzione della posizione, anche se mi verrebbe da dire che comunque durante la maggior parte del tempo passato in acqua la postura è sempre la stessa (...certo, una resistenza inferiore è comunque meglio!).
La posizione dei sacchi polmone OTS poi, come dice Marco, è dipendente dai gusti e dall'abitudine, a me personalmente non piace, ma chi sono io per giudicare? La considerazione riguardante l'elettronica e le batterie poste al di fuori del loop è senz'altro un ottima idea, e proprio per quanto dice Marco riguardo alla possibilità che entri acqua nel loop, purtroppo (probabilmente per motivi di costo), pochissime macchine impiegano tale sistema.
Concordo anche riguardo le considerazioni relative all'HUD, vero "campanello di allarme" per il sub distratto, anche se mi sentirei di rubare un concetto espresso da Richard Pyle che dice che per utilizzare i reb (di qualunque tipo) occorre DISCIPLINA, ovvero addestramento e attenzione nell'utilizzo. C'è poi un aspetto che pochi trattano quando si parla di subacquea, secondo me l'immersione non inizia nel momento in cui entro in acqua, a me piace particolarmente soprattutto la preparazione e il controllo di tutta l'attrezzatura (anche del C.A.) e a dire il vero mi "godo" la preparazione sapendo che da quello che faccio dipende l'esito del tuffo. L'immersione, dicevo, inizia anche il giorno prima, durante la pianificazione e la preparazione del materiale, io personalmente la vedo così, magari qualcuno non condivide.
Ciò che ho detto rispecchia ovviamente il mio personale punto di vista e come tale è opinabile, Marco preferisce l'hammerhead, io preferisco i KISS e l'NT1 (che purtroppo non possiedo ancora), spero in futuro di potermelo comprare (...ma non dite nulla a mia moglie vi prego)!!

ciao a tutti e grazie ancora a Marco per il suo post!
Andrea
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