Senza certo la pretesa d'emulare Stanton e Volanthen, questa mattina Marco, Nick ed io ci siamo ritrovati davanti alle grotte di Oliero.
L'idea era quella di finire di sagolare l'entrata del Covol dei Siori, chiamata anche Grotta Parolini.
Dopo un improvvisato tresette per aggiudicarsi le stage con il gas migliore si parte. Marco ha il suo Hammerhead con però il canister piccolo mentre Nick ed io siamo in aperto. Nuotatina, quattro passi all'asciutto, otto in grotta e siamo pronti a scendere. Bhé, quasi, perché perdo un po' di gas dalla stage. Sistemata la perdita, finalmente andiamno.
Nick fa strada, Marco lo segue ed io chiudo la processione. E' veramente una giornata fortunata, solo una volta ho trovato meno flusso di oggi. La visibilità è sui 10 metri mentre la temperatura di 9 gradi è piacevole. Giornata perfetta.
Subito la grotta ci offre il primo spettacolo, un Proteo è lì in attesa che noi ci si passi sopra. Per quante volte ci si possa entrare, i Siori, con le sue difficoltà e le sue sorprese, non può non stupire.
A Marco bastano pochi minuti per scoprire che trascinarsi con le mani sul fondo è meno dispendioso che pinneggiare e tra una sosta e l'altra per scambiarsi gli OK, giungiamo davanti al laminatoio seguendo la red line stesa fino ad ora. Qui Nick raccoglie il "garden reel" con il resto di sagola. Ieri sera s'era discusso circa quale passaggio sagolare al trivio, alla fine s'è optato per lo "Short Cut", ovvero il passaggio mediano. Ed è lì che c'infiliamo con Nick che srotola i restanti metri di sagola.
Il passaggio è ampio, ma la scenografia approntata dalla natura lascia senza fiato. Non so quante volte ci sono passato, ma è sempre cosi! Quando si esce dallo short-cut per tornare nel tunnel principale a monte del laminatoio, la grotta cambia. Si fa frastagliata, ruvida, quasi volesse avvertirti che se fino a quel punto il gioco è semplice, da lì in avanti il discorso cambia.
Infatti qui ci fermiamo, a 200 metri esatti dall'entrata. La sagola è finita ed è il momento di fissarla. Con Nick cerchiamo un punto adatto, poi mentre in qualche modo sollevo di qualche centimetro un masso, Nick la fa passare al di sotto per poi fissarla. Dopo mesi, finalmente siamo riusciti a sagolare in modo permanente la prima parte della grotta.
Rapido check dei gas ed è il momento di tornare.
Questa volta procediamo invertiti, io, poi Marco ed infine Nick. Se entrare alle volte, ma non oggi, può risultare faticoso, uscire è sempre divertente: si gonfia un po' la muta e ci si lascia trasportare dalla corrente. Anche i controlli di posizione si fanno "al volo" girandosi contro flusso ma continuando a farsi trasportare. Sembra quasi un ottovolante, bello!
In breve siamo al pozzo d'uscita, ultimo controllo e risaliamo, peccato.
Un tuffo semplice ma sempre bellissimo.
Però il racconto non sarebbe completo senza i complimenti a Marco che ci ha seguito senza mai avere un momento di titubanza. Anche le sue preoccupazioni circa il trim con il reb corto erano infondate. Marco, che non entrava ai Siori da anni, è stato perfetto: veramente bravo!