Allora, visto che Giancarlo mi ha invitato ad usare la tastiera, vi racconto io come sono realmente andate le cose.
Squinzano(il mio paese),dista da Porto Badisco,(piccolo centro balneare posto a sud di Otranto), circa 80 chilometri
che la matina di domenica insieme alla mia famiglia, mi appresto a percorrere, non curante delle piu nere previsioni riguardanti
sia il traffico locale che si reca al mare a cercar frescura, sia quello dei vacanzieri nordici contenti solo per il fatto
di trovarsi per 15 giorni lontano dalle loro case ed i loro posti di lavoro, ma incuranti del fatto che passeranno la metà delle
ferie a districarsi nel traffico che procede a rilento in queste bellissime località costiere dalle viuzze così strette che
due macchine che si incrociano devono per forza ritirare gli specchetti retrovisori per poter passare.
Se poi teniamo conto dei barbari che pur di risparmiare due euro (tanto costa il parcheggio giornaliero dell'auto),
abbandonano i loro mezzi di trasporto sul ciglio della tortuosa stradina, il transitare per questi siti diventa un vero e proprio
gioco al massacro, cercando di passare per primi nel senso unico che inevitabilmente si crea.
Torniamo alla mia avventura.
L'appuntamento era per le 10,00 ma, per non perdere le buone abitudini, alle 9,45 Giancarlo mi telefona dicendomi che causa un
piccolo problema, sarebbe arrivato verso le 11,00. gli dico che mi aspettavo quella telefonata.
Giunto sul posto, cerco un piccolo riquadro di sabbia nell'unica spiaggetta per poter lasciare mia moglie e mio figlio ma,
le mie migliori aspettative vengono deluse quando, affaccciandomi dal parapetto, scorgo entinaia di ombrelloni piantati
in ogni dove. Torno in macchina e riferisco a mia moglie la situazione, lei grazie a dio molto accomodante, mi dice che sarebbe
rimasta con il bambino sulla piazzetta, l'importante averle trovato un posto ombreggiato.(santa donna).
Mancano ormai circa 15 minuti all'appuntamento, vedo due ragazzi che si preparavano ad immergersi e decido di rompergli i
marroni chiedendoli come fossero i fondali del posto.
Sono molto cordiali, mi danno delle preziose indicazioni e mi invitano per il lunedì ad immergermi con loro.
Dimenticavo...anche loro conoscevano Giancarlo e la sua proverbiale puntualità.
Intanto si erano fatte le 11,30, il sole coceva, vedere mia moglie cercare di tenere a bada mio figlio sotto l'unica panchina
all'ombra di un piccolo albero non mi faceva stare bene, impossibilitato a chiamare a causa della totale mancanza di
linee telefoniche, avevo quasi deciso di andar via quando, da una macchina in seconda fila sbuca lui e, in un dialetto autoctono
mi dice:" Ohu mena me!!" Che in italiano significa( ciao, come stai? hai fatto buon viaggio? scusami se ho fatto ritardo,
ma ho avuto problemi con il traffico. Che ne dici se ci sbrighiamo a vestirci in modo da recuperare il tempo perduto?)
Guardo mia moglie, che con un cenno d'intesa mi da l'ok.
In un attimo siamo pronti, saltiamo in acqua e cominciamo la discesa.
La bella parete sulla nostra destra, non offre enormi quantità faunistiche ma noi non siamo alla ricerca di pesce bensì di buchi
da esplorare.
Intorno ai 15 metri, vedo giancarlo avvicinarsi ad un piccolo orifizio,cerca di infilarcisi dentro sbattendo il bibo a destra
e a manca, penso che è pazzo, non riuscirà mai ad entrarci.
Intanto, spingi da un lato, e tira dall'altro, metà giancarlo, (da li il nick Metapiad) è dentro al buco, solo le gambe
restano fuori ed una mano, con la quale mi fa cenno di seguirlo.
A quel punto i dubbi sulla sua stabilità mentale vengono fugati, è proprio matto, non si rende conto che la mia stazza è quasi
il doppio della sua, in quel buco mi ci entrerebbe solo la testa.
Alla fine lo capisce,e fa retromarcia, mi guarda e mi fa cenno di proseguire.
Continuiamo scendendo leggermente di quota, ci infiliamo in un altro buco, questa volta quasi delle mie dimensioni,
entra lui ed io appresso non senza qualche contorsione per evitare di sbattere il mono che indosso, percorriamo in fila
uno stretto tunnel e atterriamo in una piccola sala, la sensazione è meravigliosa, ispezioniamo ogni angolo fino a
scorgere alla nostra sinistra un'altro buco, ci infiliamo e lo percorriamo e dopo una leggera curvatura a sx sbuchiamo fuori.
Proseguiamo alla ricerca di altri antri, ancora una fessura nel quale infilarsi conduce dentro un'altra bella sala piu piccola
della prima dove un grade ceriantus vi ha messo le radici, al suo fianco un secchio di plastica portato qui dentro dalla
corrente, resta sospeso capovolto con il fondo appoggiato al soffitto, il passaggio è stretto e non
riusciamo a prenderlo, dobbiamo per forza lasciarlo li.
Si prosegue, altri passaggi ugualmene affascinanti si susseguono, so di non raccontare niente di nuovo, specialmente a chi
come molti di voi vive di grotte, ma è bene far sapere che le sensazioni che si provano in simili immersioni hanno un sapore
particolare, un sapore unico,..... come l'amaro montenegro.('
')
Tornando indietro, rifacciamo al contrario gli stessi passaggi, sino a terminare con la sosta di sicurezza sotto le
imbarcazioni ormeggiate nel piccolo porticciolo naturale dove si rinfrescano gli accaldati bagnanti.
Ci trastulliamo guardando le donne annaspare tra i flutti immaginando ben altri scenari di grotte sicuramente gia esplorate.
All'uscita veniamo accolti da tre tedesche in topless che ci guardano con interesse, ci passiamo davanti evitando di guardare
le parti anatomiche esposte al sole (almeno io, vero Giancarlo?)
Sono pur sempre un gentiluomo.
Grazie Giancarlo.
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